MUSEI E MOSTRE CON GUIDA
INFORMAZIONI Mostra: Da Hayez a Boldini - Anime e volti della pittura italiana dell'800 - che visiteremo Domenica 5 febbraio
Da Hayez a Boldini. Brescia celebra la pittura italiana dell'Ottocento
Palazzo Martinengo ospita nelle sue sale l'importante mostra dedicata a una delle più straordinarie stagioni artistiche italiane, l’Ottocento. L’esposizione “Da Hayez a Boldini. Anime e volti della pittura italiana dell’Ottocento” propone un viaggio attraverso 100 anni di storia dell’arte, con focus su 100 capolavori dei maggiori esponenti del Neoclassicismo, del Romanticismo, della Scapigliatura e del Divisionismo, fino all'11 giugno.
Cento opere, dalla Scapigliatura al Divisionismo, passando per la corrente dei Macchiaioli, fino alle influenze della Belle Époque parigina. La sublime stagione italiana nel diciannovesimo secolo.
http://www.repubblica.it/cultura/2017/01/19/news/da_hayez_a_boldini-156392627/
Non è un'operazione facile riuscire a riassume le tante sfaccettature e le molteplici direzioni di espressione della ricca e qualitativamente altissima pittura Ottocentesca italiana in un' unica esposizione. Una prova coraggiosa, che merita un viaggio a Brescia, l'ha tentata la mostra "Da Hayez a Boldini. Anime e volti della pittura dell'Ottocento", a Palazzo Martinengo, che rimarrà aperta fino all'11 giugno 2017. Il giovane curatore Davide Dotti, longoniano di formazione, è riuscito a far centro seguendo due precise direzioni. La prima è stata quella di portare nelle sale dell'esposizione dipinti provenienti soprattutto da collezioni private, offrendo così la possibilità di godere di opere inedite e spesso sorprendenti per la loro bellezza, e la seconda quella di mettere in evidenza nella scelta delle tele alcuni aspetti culturali, legati a tradizioni locali dell'epoca, in particolare lombarde e venete, che incuriosiscono e aiutano la comprensione del percorso.
Ho impostato le sale procedendo come un manuale di storia dell'arte, passando da un movimento all'altro, rispettando quando possibile l'ordine cronologico" - ci ha riferito il curatore - "provando ad applicare un metodo che solitamente utilizzo per la curatela di mostre di arte Barocca e Seicentesca, la mia specializzazione, anche all'Ottocento. Approfondendo, studiando e ricercando ho capito che questo sistema funzionava assolutamente benissimo anche per questa esibizione. Così, in settimana sono arrivate a Palazzo Martinengo tre prestigiose opere d’arte di Francesco Hayez, forse il più grande pittore italiano del Risorgimento e dover concentrare la scelta solo su tre, non è stato facile". Quindi, l'allestimento propone 100 capolavori realizzati dei maggiori esponenti, da Canova a Hayez, da Fattori a Segantini, da Pellizza da Volpedo a Morbelli, da Inganni a De Nittis, da Appiani fino a Boldini e ogni sala sviluppa e contiene la ricerca delle correnti che hanno caratterizato il secolo: il Neoclassicismo, il Romanticismo, la Scapigliatura, i Macchiaioli e il Divisionismo fino agli albori dell'Impressionismo.
Il percorso espositivo si apre con Amore e Psiche stanti, capolavoro di Antonio Canova, si tratta della copia in gesso, elaboratoro preparatorio per la scultura marmorea esposta al museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, in cui è possibile ammirare i dettagli e l'accuratezza delle soluzioni, tra cui le fattezze della farfalla tenuta in mano dai protagonisti, simbolo di passione e purezza. Non è l'unica opera del maestro veneto presente in mostra, un curioso dipinto rappresentante le Tre Grazie è esposto nella parete a fianco del gruppo scultoreo. La tela, datato 1799, che propone un tratto pittorico leggero e vibrante, porta la firma "A. Canova sc", in alto a sinistra. Con le due lettere aggiunte, appunto sc, l'artista vuole ribadire la sua prima e più importante vocazione, quella scultorea, come a scusarsi per essersi concesso anche il vezzo pittorico. Ma il dipindo in realtà stupisce per la modernità e la profonda indagine psicologica espressa nella costruzione dei volti .
La stanza successiva presenta la sezione dedicata al Romanticismo, che vede come protagonista Francesco Hayez, e in particolare il dipinto Maria Stuarda sale al patibolo, capolavoro di tre metri per due, che è giunto eccezionalmente a Brescia. Seguono dopo le sale dedicate ai Macchiaioli e ai Divisionisti, ai soggetti orientalisti e di vita quotidiana, e qui colpisce un altro dipinto curioso: una donna intenta a cucinare lo spiedo bresciano, in cui si riconoscono rappresentati uccelli da cacciagione (il cui utilizzo è stato di recente interdetto per tutti i locali pubblici e ristoranti), dedica esplicita alla tradizione culinaria locale. La mostra si chiude con la rievocazione del clima culturale parigino della Belle Époque, dove vissero e lavorarono maestri quali Zandomeneghi, De Nittis e Boldini. Di quest’ultimo, geniale anticipatore della modernità novecentesca, sono esposti i sensuali ritratti nei quali esaltò la bellezza femminile, svelandone "l’anima più misteriosa".