CIRCOLO LETTERARIO
LIBRI IN MOVIMENTO - incontro con MAURILIO RINO RIVA e SANDRO PASOTTI - Se i muri potessero raccontare, Memorie operaie in cemento armato - Venerdi 26 gennaio ore 20.30 Sala Consigliare Roncadelle
LIBRI IN MOVIMENTO - incontro con MAURILIO RINO RIVA
Se i muri potessero raccontare. Memorie operaie in cemento armato.
Venerdì 26 gennaio 2018, alle ore 20.30
Sala Consigliare via Roma 50 – Roncadelle (Bs)
Maurilio Riva, “Rino” di soprannome per amici e familiari, è nato a Taranto nel 1947 e vive Milano dal ’49.
Ragioniere, ha svolto numerosi mestieri e ha rinunciato all’assunzione sicura in banca, scegliendo al suo posto la fabbrica, una grossa azienda di telecomunicazioni nell’hinterland milanese.
Lì ha lavorato per circa 30 anni, prima come operaio e, poi, come tecnico informatico.
Ha ricoperto incarichi politici e sindacali di un certo rilievo ed è stato redattore del periodico dei lavoratori dell’azienda.
In pensione dal 2004, nel 2006 ha pubblicato “Il sogno inverso di Tito Biamonti” con Arterigere Edizioni. Nel 2010, “2022 Destinazione Corno d’Africa” con Libribianchi Edizioni, nel 2014 “Partita doppia” con Lettere Animate.
Alcuni dei suoi racconti sono stati editi su riviste, antologie e blog.
Dialoga con lui Sandro Pasotti
Già segretario provinciale del FIM e funzionario nazionale.
Il libro che lo accompagna:
Se i muri potessero raccontare. Memorie operaie in cemento armato (Unicopli, 2017)
Se i muri potessero raccontare è un romanzo nel quale la natura del narratore viene palesata dal sottotitolo Memorie operaie in cemento armato: la voce di una fabbrica abbandonata i cui muri stanchi di invecchiare e deprimersi in solitudine decidono di raccontare la vita delle persone che lì dentro hanno lavorato e lottato.
Sono memorie in cemento armato in quanto testimonianza dei muri della fabbrica, memorie coriacee poiché granitici erano quegli anni per la durezza delle battaglie e il tipo di conflitto.
È una Spoon River operaia in cui la pietas accomuna la tristezza dei grandi agglomerati manifatturieri inselvatichiti nell’attesa di fruttiferi riutilizzi e la fatica per togliere dal cono d’ombra dell’oblio sofferenze e passioni di donne e uomini che in quei luoghi spesero intera o in parte la loro esistenza.
Per riflettere sul perché di ciò che è stato e non è più.
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